Grande affluenza alla tavola rotonda del 23 settembre 2017 presso la Casa del Custode di Villa Rossi a Santorso. L’evento, a partecipazione aperta, concludeva la tre giorni della XIII edizione della M.a.s.ter. School dell’Università di Padova.
Dopo il cordiale saluto del sindaco del Comune di Santorso, Franco Balzi, ha aperto i lavori il presidente della Fondazione Palazzo Festari, Prof. Paolo Gurisatti, che ha parlato dell’attrattività del territorio dell’Alto Vicentino, non solo per il turismo leisure, ma anche per le sue interazioni con la manifattura dell’area. Questo, ha detto Gurisatti, è territorio di manifattura: il quartiere manifatturiero pedemontano, pur con la sua importanza, risulta essere l’ultimo, in ordine di tempo, ad essere servito da una infrastruttura importante come l’autostrada.
La parola é stata poi data al Destination Manager dell’OGD Pedemontana Veneta e Colli, Arch. Nazzareno Leonardi. Leonardi ha innanzitutto ricordato l’importanza dell’Organizzazione di Gestione della Destinazione per la promozione del nostro territorio. Le attività produttive dell’Alto Vicentino sono radicate nella storia e nella cultura locale, le hanno modellate.
Un breve filmato ha presentato il progetto Agritour, che coinvolge non solo gli operatori turistici dell’Alto Vicentino, ma anche le comunitá locali in un’ottica di turismo sostenibile e responsabile.
Raffaele Consiglio, di CISL Vicenza, nel suo intervento, ha spiegato la particolarità di CISL rispetto ad altri sindacati. La rappresentanza CISL parte infatti dalla fabbrica per diventare in seguito progetto politico. Questo é un modello di fare sindacato molto legato al territorio e quindi trasversale. In questa fase economica é fondamentale organizzarsi in modo trasversale, mettendo insieme realtà che operano sullo stesso territorio, pur di settori diversi.
Il territorio, ha proseguito Consiglio, ha una grande potenzialità, sostenuta da una storia comune, da una cultura sociale e religiosa, sostenuta addirittura dall’abbondante presenza di acqua. L’acqua infatti ha contribuito a creare i presupposti per l’insediamento delle industrie tipiche dell’Alto Vicentino.
Un sindacato ha il compito di creare sviluppo e per far ciò bisogna ragionare in rete, secondo un concetto di governance sociale diffusa. “Pensiamo”, ha continuato Consiglio, “che l’area della forgiatura di Seghe di Velo d’Astico – Arsiero produce il 35% degli anelli forgiati al mondo. Eppure, da Velo e Arsiero, fino al casello autostradale di Piovene Rocchette, non ci sono la logistica e le infrastrutture adatte per movimentarli. I tir, che trasportano anelli di anche 7 metri di diametro, passano in mezzo alle case di Piovene Rocchette. Il territorio finora non è stato progettato per far convergere positivamente i legittimi interessi che ci sono fuori e dentro la fabbrica”.
Parlando di CISL Vicenza, ha spiegato la decisione del sindacato di lavorare sul welfare contrattuale, basandosi sul principio che le piattaforme di welfare debbano servire per migliorare il territorio. L’indirizzo al consumo non é vero welfare, il welfare deve essere sostenitore e generatore di attivitá locali.
Infine, Consiglio ha ricordato l’importanza di uno strumento di analisi, che permetta di costruire un modello su cui lavorare. Devono essere costituiti dei tavoli di progetto a cui partecipino i corpi intermedi; i “tavoli per il no” non servono a niente.
Ettore Dal Santo, del Comune di Isola Vicentina, ha puntualizzato come il welfare sia necessario per soddisfare i bisogni di qualità della vita dei cittadini. Il welfare dovrebbe svilupparsi in quattro filoni:
1) assistenza specializzata per giovani e anziani
2) servizi alle famiglie
3) welfare aziendale, integrato sul territorio
4) servizi di assistenza alla ricerca di occupazione
Bisogna passare dalla logica di mera prestazione alla logica di realizzare percorsi. Come Comuni, ha ricordato Dal Santo, é possibile utilizzare il casellario assistenziale, uno strumento che, se implementato da tutti gli enti locali, permette di investire i fondi e avere subito la percezione di dove i Comuni destinano queste risorse.
Importante é la contrattazione collettiva decentrata, che significa però un cambio di prospettiva. In un sistema di inclusione virtuoso si creano anche nuove opportunità occupazionali.
È stato poi presentato il progetto di Geraldine Blais, artista e coordinatrice di progetti legati all’arte contemporanea. Il suo progetto si può definire un progetto “di residenza“, in quanto artisti internazionali vengono nell’Alto Vicentino a vivere e a produrre i loro lavori, trovando qui realtà artigianali e produttive uniche. Ad Isola Vicentina il progetto della Blais, che ha lavorato anche per il Comune di Nove, si basa sulla rigenerazione dei materiali, quali materie plastiche o sabbie di fusione. Con questo “progetto di residenza” legato all’arte, si crea un’esperienza diretta all’interno del processo produttivo delle aziende, si creano sinergie tra i lavoratori delle imprese e gli artisti.
Dopo aver lodato il progetto della Blais e prima di passare la parola a Marco Boaria, il Presidente della Fondazione ha evidenziato come la scuola e le imprese siano le grandi assenti di questa tavola rotonda.
Boaria di Alda (Association of Local Democracy Agencies) ha raccontato brevemente la struttura dell’associazione, la cui mission è lavorare a favore del buon governo locale.
Attraverso i fondi europei diretti, ha spiegato Boaria, la UE spinge per la collaborazione e l’integrazione territoriale. Ma affinché i progetti presentati in Europa ottengano finanziamenti é necessario che le risorse erogate raggiungano un territorio quanto più vasto possibile. Altro elemento che viene considerato come premiante é il numero di partner di progetto, che, contrariamente a quanto si possa pensare, deve essere limitato. E ció nell’ottica di utilizzare partner che rappresentino piú territori e piú soggetti.
L’Unione Europa ha dichiarato il 2018 “anno dell’eredità culturale“, quindi i progetti saranno premiati se valorizzeranno la cultura locale. Il motto dell’Unione Europea, ha concluso Boaria, ossia “Uniti nella diversità” si può sicuramente applicare in un territorio come l’Alto Vicentino.
Giulio Mattiazzi ha presentato la Fondazione Etica ed Economia, una fondazione che nasce nel 1995 a Bassano del Grappa come scuola d’impresa. La Fondazione è stata creata da un gruppo di imprenditori, professionisti ed accademici, con lo scopo di promuovere lo stretto rapporto tra valori umani e scelte economiche, tale da produrre effetti vantaggiosi per l’umanità.
L’attività della Fondazione è iniziata con l’avvio di cinque percorsi di Master e di progetti di finanza locale e di microcredito. Il rilancio si é avuto nel 2015, nella sede di Villa Angaran San Giuseppe. I temi su cui opera attualmente la Fondazione sono:
1) responsabilità sociale d’impresa
2) welfare territoriale di comunità
3) promozione del territorio con interventi incentrati sul turismo esperienziale (come l’agroecologia).
“Sviluppo partecipato” ha proseguito Mattiazzi “significa ripristinare le relazioni sociali nell’incertezza, in quanto senza interazione con gli altri non ci si può aggiornare. É necessaria l’innovazione sociale e l’etica dello sviluppo. Etica significa equità e giustizia, non nei valori ma nei comportamenti”.
Mattiazzi ha poi ricordato l’appuntamento di sabato 7 ottobre 2017 alle ore 10.00 presso villa Angaran San Giuseppe a Bassano del Grappa per il workshop “Nuove soluzioni per il welfare territoriale”.
Mattiazzi ha voluto concludere con tre provocazioni.
1) “Etica” significa superare il pensiero abissale, ossia quel pensiero per cui c’è un noi e un loro, un di qua e un di là, un bianco e un nero; se si supera questo, si arriva alla coesione sociale.
2) È necessario il trasferimento di tecnologia sociale.
3) L’etica si ottiene attraverso le misure; bisogna misurare l’impatto sociale per capire se un progetto funziona. Impatto sociale significa “valore sociale dell’impresa”: la performance dell’impresa non va misurata solo con indicatori economici ma anche per il valore sociale che essa rappresenta per un territorio.
A conclusione dei contributi programmati, si è passati agli interventi del pubblico presente. Il Sindaco di Zugliano, Sandro Maculan, ha invitato a “puntare al sogno”, “a partire dalla tradizione per rilanciare il territorio”. Quando si fa un progetto non bisogna guardare al mero costo del servizio, ma a cosa questo servizio può portare e quanto questo può essere efficiente se integrato con altri servizi. La scuola, ha concluso, ha un ruolo fondamentale in questo momento, in quanto è necessario capire che sogno hanno i nostri ragazzi.
Alberto Samperi, Assessore del Comune di Thiene, si è detto scettico sulla possibilità di integrare i servizi ex ante, in quanto spesso le amministrazioni non hanno risorse e strategie per la programmazione. L’integrazione, ha dichiarato, diventa più efficace se fatta sui progetti, per cui si invitano gli operatori ad aiutare le amministrazioni in questo senso. È necessario però rendersi conto che non c’é welfare senza lavoro, e per questo Thiene ha messo in piedi progetti come Spazio Hub o quello del corso di restauro di Villa Fabris. Samperi ha poi ricordato l’importanza degli Istituti Tecnici Superiori, come quelli di Schio e Thiene, per sopperire alla mancanza di personale qualificato che lamentano le imprese della zona. Purtroppo, ha concluso, l’Istituto Tecnico Superiore di Thiene ha perso il suo finanziatore principale e necessita quindi di nuovi partner.
La Professoressa Patrizia Messina ha chiuso la tavola rotonda parlando della mappa delle opportunità di sviluppo del territorio. La Regione, ha spiegato, sta lavorando per la definizione di “Ambiti Omogenei di Sviluppo“. Nella nuova normativa regionale, infatti, si dovrebbero definire dei perimetri omogenei all’interno dei quali i Comuni possano liberamente entrare. È importante ragionare in termini di logica sovracomunale, definendo una dimensione di rete sovracomunale attraverso tavoli multistakeholders. Lo scopo è arrivare al BEST, Benessere Equo Sostenibile Territoriale. Ma bisogna prima avere uno strumento per misurare questo BEST, definendo gli indicatori. I dati così raccolti non dovranno solo essere analizzati, ma anche condivisi e usati.
Uno dei temi che l’Unione Europea ha messo in campo é la “metropolizzazione“, ossia dare spazio e organizzare le varie funzioni economico sociali sul territorio. La definizione di “Aree Omogenee di Progetto” o di “Alleanze Territoriali per lo Sviluppo” consente di ragionare in maniera concreta sull’integrazione territoriale.